Nazionale

Daniele: dal tumore all’argento del beach volley

Copacabana, la spiaggia più bella del mondo, finale del torneo di beach volley maschile, notte. Daniele Lupo e Paolo Nicolai si giocano la medaglia d’oro in una finale tutta in trasferta, sfidando i brasiliani Alison e Bruno. Perderanno, si accontenteranno dell’argento, ma questo secondo posto vale un monumento perché il beach volley in Brasile è un’istituzione forse più del calcio e della pallavolo. Daniele Lupo è nato su una delle spiagge di Roma, Fregene. Paolo Nicolai da Ortona, Abruzzo, ha risposto alle “sirene” che lo volevano stella del volley al chiuso. Insieme, hanno costruito una di quelle coppie dove ci si dà sempre una mano con il massimo dei risultati.

Daniele, gran tifoso della Roma, ha anche un’altra storia da raccontare: il tumore al ginocchio che ha rischiato di distruggere i suoi sogni, non soltanto sportivi. Ha lottato, ha sconfitto il male, ha ripreso a saltare. E ora vuole portare il beach volley ovunque in Italia. Come minimo si può dire che questa disciplina sia fotogenica: su instagram, durante l’Olimpiade, le foto di Copacabana sono state rilanciate milioni di volte. E la popolarità degli azzurri da spiaggia è stata persino più grande di quella degli azzurri sotto il tetto, pure loro d’argento, pure loro battuti dal Brasile. Lupo, che è figlio e nipote d’arte, perché il nonno e il papà giocavano come lui, è stato pure il portabandiera durante la cerimonia di chiusura di Rio. Quanto all’oro, “ci stiamo già preparando per Tokyo”. Buona fortuna.